Censura nella Repubblica Democratica Tedesca

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«They are afraid of words and thoughts; words spoken abroad, thoughts stirring at home — all the more powerful because forbidden — terrify them. A little mouse of thought appears in the room, and even the mightiest potentates are thrown into panic.»

(IT)

«Temono le parole ed i pensieri; quel che si dice all'estero, i pensieri che infiammano in patria ... Li terrorizzano: tanto più potenti perché proibiti. Quando appare nella stanza un piccolo topolino del pensiero, perfino le potenze più possenti vanno in preda al panico.»

Libro in cui sono elencate le opere sequestrate dal governo della Repubblica Democratica Tedesca. L'opera, denominata Anschreibebuch, è oggi esposta al Deutsches Zollmuseum di Amburgo.

La censura nella Repubblica Democratica Tedesca venne rigidamente applicata, in maniera analoga a quella degli altri paesi del blocco sovietico, a partire dal 1949 e rimase in vigore fino al dissolvimento della RDT, quando, nel 1990, quest'ultima venne riunificata (Deutsche Wiedervereinigung) alla Repubblica Federale Tedesca.

La Germania dell'Est nel 1949 elaborò una costituzione che, formalmente, sanciva il diritto alla libertà di parola e di stampa; nonostante ciò la storia della DDR fu segnata da numerosissimi atti censori.

Difatti, in quasi tutti i settori (letterario, cinematografico, giornalistico, televisivo e musicale) vennero censurate tutte le opere che, in un modo o nell'altro, criticavano il sistema socialista risultando simpatizzanti al fascismo.

  1. ^ Churchill, p. 73.
  2. ^ Chang, p. 475.
  3. ^ Ryan, p. 160.

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